In vista delle Elezioni Comunali di Modena del 2024 abbiamo quindi deciso di sottoporre ai candidati e alle candidate alla carica di Sindaco di Modena, una serie di domande e proposte di carattere laico.
La prima domanda riguardava Gli oneri di urbanizzazione secondaria per gli edifici di culto
Redistribuzione degli oneri di urbanizzazione secondaria per gli edifici di culto
La delibera 1136 del 2018 del Consiglio regionale dell’Emilia Romagna indica ai Comuni di destinare il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria raccolti per gli edifici di culto ma conferisce agli stessi la facoltà di modificare tale percentuale, anche annullandola.
La nostra associazione crede che debbano essere i fedeli delle singole religioni a sostenere le spese per i loro culti e non i contribuenti. Lei cosa ne pensa? Se eletto si impegnerebbe ad azzerare questo contributo? Se non lo farebbe ci spiegherebbe perché?
Ad esempio, a Modena nel 2023, sono stati spesi per questo 141.000 Euro. Potrebbe spiegare ai cittadini perché questa somma dovrebbe essere sottratta agli asili, alla viabilità, al decoro urbano o al trasporto pubblico?
Le risposte
Massimo Mezzetti
È favorevole a questo finanziamento.
Sostiene che questo garantisce il diritto costituzionale alla libertà di culto.
Maria Grazia Modena
(Nota: a volte, come in questo caso, la risposta è stata elaborata non solo della candidata, ma anche altri candidate e candidate presenti all’incontro che hanno discusso in modo molto trasparente)
Qualsiasi credo ha diritto di promuoversi, il dovere di tutelarsi, la libertà di andare a cercare i finanziamenti.
Lo azzererebbero o comunque ci proverebbero. Secondo Eugenia Rossi i soldi spesi, in merito ad edifici di culto, sono veramente pochissimi. Ci sono comunque varie sensibilità all’interno della lista.
Claudio Tonelli
Noi crediamo che le esigenze spirituali dei cittadini e delle cittadine configurino dei diritti al pari degli asili, della mobilità, ecc. e consideriamo parte di tali esigenze anche quelle di atei e agnostici, in quanto rappresentano scelte metafisiche non dissimili da quelle religiose. Dunque, pensiamo che quel 7% vada mantenuto, perché l’esercizio di un culto richiede un luogo adeguato, se vogliamo rispettoso di quanto definite “decoro urbano”; ciò significa, per esempio, che riteniamo debbano essere garantite anche adeguate stanze del commiato per i funerali laici. C’è poi una questione più politica che sostiene la nostra propensione e riguarda il numero crescente di aderenti a credi religiosi non cristiano cattolici nel nostro comune. Molti di questi non hanno a tutt’oggi un edificio di culto adeguato. Oltre all’elementare diritto di cui sopra, vorremmo evitare che queste legittime esigenze venissero soddisfatta con capitali di Paesi stranieri, che imporrebbero anche norme di comportamento alle comunità, quando non ideologie di stampo fondamentalista, che finirebbero per impedire una proficua coesione con il resto della cittadinanza. Questa considerazione vale per i musulmani, ma anche per le chiese cristiano ortodosse che sono nazionali e strettamente legate agli Stati, perciò eventuali finanziamenti potrebbero non essere esenti da influenze politiche.